“POZZI CONDANNATO. ORA MARONI TUTELI L’INTERESSE DEI LOMBARDI, COME FINORA HA SAPUTO FARE SOLO PAOLA CAMILLO”
LOMBARDIA/RADICALI
“POZZI CONDANNATO. ORA MARONI TUTELI L’INTERESSE DEI LOMBARDI, COME FINORA HA SAPUTO FARE SOLO PAOLA CAMILLO”
Dichiarazione di Barbara Bonvicini e Marco Cappato,
Associazione Enzo Tortora Radicali Milano
Milano, 20 gennaio 2017
Il Tribunale di Milano, Sezione I Penale, nella persona del Giudice dott.ssa Costa, ha condannato Giorgio Pozzi, ex Consigliere regionale lombardo in quota Popolo delle Libertà, decaduto per ineleggibilità nel 2012, alla pena di mesi 4 di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali (pena sospesa) riconoscendo alla parte civile costituita, Paola Maria Camillo (che nel 2010 sollevò in sede civile la questione dell’ineleggibilità di Pozzi alla carica consiliare, vincendo in Cassazione e prendendone il posto), una provvisionale di € 10.000,00 oltre alle spese legali per il danno morale da reato.
Senza voler ripercorrere l’intera storia, ricordiamo che Pozzi concorse alle elezioni del 2010 per il Consiglio Regionale pur trovandosi nella situazione di ineleggibilità consistente nel fatto di essere Presidente di Nord Energia, Società partecipata indirettamente dalla Regione Lombardia per il tramite di FNM, all’epoca presieduta da Norberto Achille.
Una volta eletto, alla Giunta per le elezioni Pozzi dichiarò e documentò di essersi dimesso dalla carica dopo la candidatura, e soltanto a fronte di un parere dell’Avvocatura del Consiglio, che ne adombrava l’ineleggibilità, produsse documentazione atta a retrodatare le sue dimissioni: al che, la Giunta ne convalidò l’elezione. Propose ricorso in sede civile Paola Camillo, con il sostegno politico dei soli Radicali (che perché analoga vicenda riguardava un allora Consigliere Regionale del PD, Angelo Costanzo), producendo documentazione attestante la tardività delle dimissioni. La Cassazione ribaltò i primi due gradi di giudizio, conclamando la ineleggibilità del Pozzi, che a quel punto decadde dalla carica.
Nonostante fosse ab origine ineleggibile, non risulta che la Regione abbia agito nei suoi confronti per la restituzione degli emolumenti percepiti nonostante l’illegittimità della sua proclamazione. Chiediamo dunque al Presidente Maroni di intervenire per tutelare almeno l’interesse (anche economico) dei cittadini lombardi, visto che l’interesse a elezioni regolari e democratiche è stato invece irreparabilmente violato anche per responsabilità delle istituzioni lombarde.
A Paola Camillo -assistita dagli avvocati Andrea Bullo e Maria Rosaria Brandi- va il nostro ringraziamento e sostegno per avere sfidato quel sistema di illegalità istituzionale che in Regione Lombardia ha sempre goduto di copertura politica ampia e trasversale.